martedì 27 marzo 2018

Il mio sport preferito

Il mio sport preferito è la ginnastica artistica perché, anche se non faccio un corso, so fare degli esercizi che mi ha insegnato una mia amica che lo frequentava.
Fin da quando avevamo sei anni, ai giardinetti facevamo le ruote con una mano o due, le verticali, le spaccate e le verticali-ponti. 
Quando sarò completamente guarita mi piacerebbe frequentare un corso con le mie amiche.
So che non potrò partecipare alle gare e ai tornei perché sono grande, ma so che posso imparare gli esercizi principali per divertirmi e mantenermi in forma. 

Altea B.

lunedì 26 marzo 2018

Una coppa speciale!



Io sono Giacomo e sono un appassionato di calcio, infatti lo pratico nella squadra del mio paese, il GassinoSanRaffaele. Io gioco a calcio da anni, però quest'anno, a causa del ricovero per il trapianto, ho dovuto smettere. Per me è stato difficile perché mi diverto un sacco, ma so che poi tornerò a giocare. Io volevo parlare dello spirito di squadra che ho con i miei compagni. Qualche settimana fa sono andati a giocare un torneo e sono arrivati primi, io quando ho saputo la notizia ero felicissimo, ma lo sono stato ancora di più quando il venerdì sera, mio papà è arrivato in ospedale con la coppa del torneo. Io stupito gli ho chiesto perché gliel'avessero data e lui mi ha risposto che i miei compagni avevano deciso di darla a me. Io sapevo di avere un bellissimo rapporto con i miei compagni di squadra, soprattutto con il gruppo con il quale ho cominciato a giocare quando ero piccolo, ma non avrei mai pensato che sarebbero arrivati a tanto per me. Così io so che posso contare su degli ottimi compagni di squadra, ma soprattutto su degli ottimi amici.

Giacomo P.



mercoledì 21 marzo 2018

Un' impresa impossibile

Se c’è un ruolo fuori discussione nella squadra di calcio della scuola è quello del portiere: spetta a Lupo, figlio di Brando Moretti, numero uno della Nazionale, detto "La Saracinesca". Il popolarissimo Brando è un papà simpatico, si fa vedere spesso a scuola, regala maglie e biglietti. Suo figlio Lupo, che si atteggia da divo, molto meno...
Andrea vorrebbe portargli via il posto di portiere titolare, ma c’è un altro problema: nonostante il nome da maschio, Andrea è una femmina e i compagni non si fidano di un portiere femmina. In due parole: ”Vuoi toccare la palla con le mani? Gioca a pallavolo come le altre”. Forse Andrea si sarebbe già arresa se non avesse una nonna come Matilde che le ripete: “Fatica e sacrificio e ottieni ciò che vuoi. Alleniamoci insieme!”. 


Andrea è una ragazzina di dodici anni molto testarda e determinata, che non si rispecchia nel suo corpo femminile. Non è come tutte le sue amiche, che vorrebbero diventare prime ballerine all’opera o campionesse di ginnastica artistica: lei sogna di diventare il portiere della squadra di calcio scolastica, posto per ora occupato da Lupo, il figlio del famosissimo portiere Brando Moretti, detto “la Saracinesca”. Lupo è uno sbruffone atteggiato, che si vanta della popolarità del padre sfruttandola per accontentare i suoi capricci e i suoi sfoghi. I suoi compagni di squadra sono come un branco, tutti ai suoi ordini.
Un giorno Andrea si presenta al palazzetto dove la squadra si allena e chiede di poter di poter essere ammessa come portiere: i suoi coetanei però si mettono a ridere e le dicono che al massimo sarebbe potuta diventare il portiere della squadra dell’asilo. Andrea non si arrende e decide di sfidare Lupo a suon di parate: gli da’ appuntamento due settimane dopo per una partita. Nel tempo che la separa dalla sfida imminente, Andrea non fa altro allenarsi, motivata dalla sua nonna Matilde e dal suo migliore amico Josh, un ragazzo somalo che per l’occasione è diventato il suo allenatore. Durante la settimana, appena tornata da scuola, mangia e subito corre davanti alla rete, a volte anche fino a tardo pomeriggio, rinunciando a uscire con gli amici e a mangiare cose buone: giorno dopo giorno, esercizi dopo esercizi, Andrea migliora sempre più.
Tutte le mattine, a scuola è costretta a incontrare Lupo e i suoi scagnozzi per le lezioni. Non perdono neanche un’occasione per sbeffeggiare lei e il suo amico Josh, che incassano senza rispondere, ormai abituati all’atmosfera. Alcuni dei loro amici, per paura di essere attaccati dal “branco”, prendono le distanze; altri, invece si alleano con loro per formare la squadra che si sfiderà contro gli Ibridi, la squadra di Lupo.
Il pomeriggio dell’incontro, al palazzetto sono presenti in tantissimi per assistere alla sfida: compagni di scuola, genitori, insegnanti e allenatori. In prima fila sugli spalti ci sono tutti gli amici importanti di Lupo, il suo manager e la sua cameriera, ma anche nonna Matilde, i genitori di Andrea e tutti i suoi amici e fratelli.
La squadra degli Ibridi è quella di sempre, formata dai soliti “cani fedeli”, quella di Andrea è composta da Josh e da ragazzi che si vogliono ribellare alle prepotenze che Lupo e i suoi compagni infliggono a loro e ai loro amici. Mentre gli Ibridi entrano tutti applaudono e fanno il tifo, le ragazze urlano come pazze appena vedono “il capo”, Andrea non riesce proprio a capacitarsene. Con gesti plateali, Lupo saluta la folla e si piazza davanti la porta: la partita comincia. Le due squadre sono bilanciate e agili. Gli Ibridi segnano velocemente un primo goal, subito recuperato dalle Aquile, la squadra di Andrea. Alla fine del primo tempo le porte si fanno sempre più inespugnabili, non passa più neanche una mosca, la tensione è palpabile ma a fine partita c’è un pareggio.
Si arriva così ai tiri di rigore, tanto attesi quanto temuti.
La squadra di Andrea riesce a segnare una rete, due!
Acclamati da tutto il campetto le Aquile vincono la partita, tutti si vogliono congratulare per la loro bravura, compreso l’allenatore della squadra di Lupo, che offre ad Andrea il posto di portiere titolare della scuola: il suo sogno si è finalmente realizzato!
Anche alcuni tra gli Ibridi hanno cambiato idea sul suo conto; altri invece, insieme a Lupo si ritirano dalla squadra della scuola.
La sera tutta la squadra di Andrea, gli amici – vecchi e nuovi – e i parenti festeggiano assieme fino a tardi. Andrea è al settimo cielo, le sue energie sembrano non esaurirsi mai, non vuole allontanarsi dalla porta neanche per un attimo e chiede a tutti di metterla ancora alla prova, di farle parare degli altri tiri. Non vede l’ora di cominciare a giocare con la sua nuova squadra, che vanta nuovi giocatori ammessi insieme a lei dopo la partita di quel pomeriggio: sa che non sarà una passeggiata farsi valere in una squadra di soli maschi. Con il tempo, i sacrifici e il sostegno dei suoi amici e parenti, Andrea diventa sempre più brava e agile, tanto che le vengono proposti dei ruoli in squadre sempre più importanti! 

Lisa L.

venerdì 9 marzo 2018

Non mollare mai!

Quante vittorie nella vita di Patty!
Non c’è torneo giovanile che non la veda con una medaglia al collo o con una coppa in mano, sembra quasi imbattibile. I suoi genitori sono molto orgogliosi di lei e in casa ci sono trofei dappertutto.
Sui social le foto del profilo di PattyMatchPoint mostrano una ragazzina sicura di sé stessa, agguerrita e vincente. Per questo tutti si aspettano che vinca alla finale del torneo giovanile più importante della sua regione. E’ praticamente fatta e il contratto da firmare con lo sponsor, che frutterà molti soldi a tutti la famiglia, è pronto. E invece quel giorno Patty sbaglia.
Sul match point un colpo che di solito le riesce facile si trasforma in un errore che cambia le sorti dell’incontro. E perde, per la prima volta in vita sua.
Per la prima volta, vede la delusione sul volto dei suoi genitori e dei suoi amici. E il silenzio che segue la sconfitta è molto più assordante degli applausi a cui si era abituata.

Si gira lentamente per cercare lo sguardo dei suoi genitori e sente già le lacrime che scendono silenziose sulle sue guance. Anche la sua mamma ha gli occhi lucidi e tristi e vede che il suo papà a fianco la stringe in un abbraccio. Patty si mette a correre verso di loro e senza accorgersi si sente circondare da abbracci e parole di conforto da parte dei suoi amici. La mamma continua a dirle di non preoccuparsi, di non pensare allo sponsor e che a tutti può succedere di sbagliare. Ma Patty non riesce a rassegnarsi e si gira verso il suo allenatore chiedendogli scusa e consegnandogli la racchetta.
Patty si gira verso la sua avversaria, Alessia, che la sta ancora aspettando sotto rete per stringerle la mano a fine partita; mentre si avvicina alla rete vede che i suoi occhi sorridono e godono della sua sconfitta. Non della vittoria, sembra che Alessia fosse più soddisfatta di averla battuta che di aver vinto per la prima volta un torneo regionale. Patty le stringe la mano come di consueto, ma non riesce a guardarla negli occhi perché continua a piangere.
Il suo allenatore la segue negli spogliatoi, affettuoso e comprensivo come sempre. Ma anche lui sembra deluso, nessuno si aspettava che Patty potesse perdere.
Patty si butta sotto la doccia insieme alle sue lacrime. Si sente triste e sconsolata per aver deluso la sua famiglia. Esce dagli spogliatoi e viene accolta da un grande applauso. I suoi amici le dicono che è stata bravissima e non importa il risultato finale, ma lei non si convince.
Torna a casa la sera, prende un pezzo di cioccolato e si mette sul divano in mezzo ai suoi genitori, che fino a quel momento avevano rispettato il suo silenzio. Poi la mamma inizia a parlare; le dice che per loro non è importante il contratto con gli sponsor e che hanno già ricevuto il premio più grande della loro vita, e che questo premio si chiama Patty.
Il papà le dice che in una famiglia niente è più importante dell’amore e tutto il resto arriva dopo.
Nello sport e nella vita la perfezione non esiste, l’errore è sempre dietro l’angolo: ma la vita è troppo bella per rovinarla continuando a pensare ai propri sbagli, bisogna andare sempre avanti.
E così, dopo tante lacrime, Patty capisce questo grande insegnamento, decide di tornare ad allenarsi e che d’ora in poi il suo motto sarà: NON MOLLARE MAI!
 

Scrittori di Classe


Alcune nostre classi hanno partecipato al concorso "Scrittori di Classe", indetto da La Gazzetta dello Sport...qualcuno è addirittura in finale!
E, mentre aspettiamo di conoscere i vincitori, ecco alcuni racconti!